Giorgia Meloni critica l’approccio esclusivo verso l’auto elettrica e solleva preoccupazioni sulle politiche di transizione energetica.
Durante la recente conferenza programmatica di Fratelli d’Italia a Pescara, la Premier italiana Giorgia Meloni ha espresso una visione critica sull’adozione unilaterale dell’auto elettrica, etichettandola come “un suicidio” se considerata l’unica soluzione per il futuro dei trasporti. Questa posizione evidenzia una forte preoccupazione verso le politiche attuali che promuovono l’eliminazione dei veicoli a benzina e diesel entro il 2035.
La posizione di Meloni sulla transizione energetica
Giorgia Meloni ha sottolineato la necessità di una strategia più equilibrata, che non si focalizzi esclusivamente sull’elettrico. “Essermi battuta e voler continuare a farlo“, ha dichiarato la Premier, contro quella che definisce una “follia ideologica” predominante in Europa. Il suo approccio critico si rivolge in particolare alle decisioni che potrebbero interrompere la vendita di nuovi veicoli a combustione interna, una mossa vista come prematura e potenzialmente dannosa per il settore automobilistico e l’economia in generale.
Il problema cinese come fattore chiave
Una delle questioni centrali sollevate da Meloni è l’impatto ambientale della produzione di veicoli elettrici. La Premier ha puntato il dito contro le nazioni che producono massa di veicoli elettrici, come la Cina, che “non rispettano neanche lontanamente i vincoli ambientali imposti alle nostre aziende“. Questo, secondo Meloni, rende l’adozione indiscriminata dell’elettrico non solo incoerente ma anche pericolosamente irresponsabile. Come riportato da quattroruote.it
La dipendenza dall’elettrico, senza un’adeguata considerazione delle implicazioni ecologiche e economiche, è etichettata da Meloni come “un’idiozia suicida“. Questa forte espressione sottolinea la necessità percepita di un approccio più olistico e meno dogmatico verso la sostenibilità nel settore automobilistico.
Giorgia Meloni, insieme all’alleato di governo Matteo Salvini, continua a spingere per un dibattito più ampio e inclusivo su come l’Italia e l’Europa dovrebbero affrontare la transizione verso trasporti più puliti. L’obiettivo è garantire che ogni decisione sia bilanciata, sostenibile e realistica, evitando soluzioni affrettate che potrebbero avere conseguenze a lungo termine per l’industria e l’ambiente.